Il contesto


Racconti brevi dell’isola: XI – Scherma

L’uomo allampanato lo stava già aspettando all’angolo, mentre lui si avvicinava con un sacco sulle spalle.
“Hai una zappa, o meglio, una pala?”, chiese con impazienza.
“Certo, proprio come mi avete ordinato. Una buona pala, proveniente dall’accampamento al porto.”
Con orgoglio la tirò fuori.
“Dall’accampamento al porto? Carasco ha iniziato a elargire materiale dell’Inquisizione?”
“No, me la sono procurata da solo”, l’assistente sorrise e si grattò il mento, tranquillo.
“Mettila via! Se le Toghe bianche dovessero sorprenderci con la pala, saremmo nei guai”, brontolò arrabbiato l’uomo magro.

“Lo saremmo comunque, se ci catturassero fuori città”, tagliò corto il collega. “Con o senza la loro pala. Hai la mappa del tesoro?”
“Certo! E tu hai sistemato la sentinella, così potremo uscire dalla città?”
“Certo”, fu l’immediata risposta.
“Attento, il tesoro si trova nei pressi di una tomba. Forse è infestata da creature non morte. Per trovarlo dovremo scavare in una radura, in un punto senza erba.”
“E chi lo dice?”
“Il vecchio, che poco fa ho riempito di rum al Gryger Ilare.”
“Cosa dovremmo trovare?”
“E io cosa ne so? Roba vecchia. Qualcosa da ricettare. Delgado accetterà praticamente tutto.”


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Racconti brevi dell’isola: X – Lo scriba

Sentì le mani iniziare a sudargli. Le prime gocce di sudore luccicavano sulla fronte.
Sicuramente le prime macchie non avrebbero tardato ad apparire nuovamente sulla pergamena e tutto quello che vi aveva scritto sopra si sarebbe sbiadito. Il Maestro Illumar lo avrebbe rimproverato. Come sempre.
“Perché succede sempre a me?”, si chiese Jervis. Con la coda dell’occhio vide gli altri adepti, che seduti dietro i banchi scrivevano diligentemente gli incantesimi che dovevano imparare come se fosse la cosa più semplice del mondo.

Jervis, d’altra parte, era già felice quando riusciva a ricordare gli ingredienti giusti per la Levitazione, per trasformarsi in un nautilus o per l’incantesimo della luce. A cosa serviva la zanna di cinghiale? E cosa se ne faceva delle ali di una falena delle tombe?
Jervis sospirò. La magia dei cristalli era molto più semplice di questa maledetta magia runica. Per un incantesimo bastava un cristallo che faceva tutto il lavoro. E bastava fare esercizio per migliorare. Ma tutte queste rune… Servivano ingredienti specifici per creare una pergamena. Per non parlare della runa.
Jervis cercò di ricordare cosa gli aveva detto il giorno prima il Maestro Illumar e iniziò a scrivere prima che la pergamena fosse completamente fradicia.


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Racconti brevi dell’isola: IX – Ossa inquiete

Con respiro affannoso, l’uomo percorse uno stretto sentiero in una caverna. Davanti a lui, un suono metallico. Sembrava una spada picchiata contro una cotta di maglia.
“Non di nuovo” si lasciò sfuggire con un sospiro. Dopo i lupi all’ingresso della caverna e poi i ghoul, ora lo aspettava un nuovo avversario.
La luce tremula della torcia illuminava un’apertura nella caverna, simile a una sala.
Il suono di passi in avvicinamento gli ricordò di sguainare la spada.
Attese fino all’ultimo momento. Ossa biancastre fuoriuscirono dalle tenebre. Dal petto pendeva una consunta cotta di maglia, che scendeva fino all’osso pelvico.
Orbite oculari vuote lo fissavano… o forse no. Chi avrebbe potuto dirlo?
Con la spada levata, le articolazioni che scricchiolavano eppure in silenzio, lo scheletro avanzò verso di lui.

La magia aveva riportato in vita i resti di qualche malcapitato guerriero. Il primo colpo dell’attaccante rimbalzò sulla spada dell’intruso, sollevata in posizione di difesa. Una parata, poi uno spostamento e un attacco da sinistra. Lo scheletro parò in modo meccanico, come se gli fosse stato insegnato. O era opera della magia? Un rapido passo laterale, un colpo da sinistra, una giravolta, uno da destra e un fendente dall’alto. Poi indietreggiò. Le ossa si scheggiarono e lo scheletro andò in pezzi. I resti della rugginosa cotta di maglia caddero a terra. Lo scheletro la seguì poco dopo, in cima a quella piramide di resti. La spada seghettata era scomparsa dietro un’ampia curva nelle tenebre. “Vai avanti.”


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Giornata internazionale dello Gnomo!

È arrivato il momento! La giornata dello gnomo è alle porte, un importante momento per festeggiare ed adoperarsi per la protezione di questa creaturina. Per scoprire di più sul misterioso gnomo, abbiamo inviato lo studioso delle scienze naturali “Dr. Erik Petterson” sull’isola di Faranga. Dopo uno studio di molti giorni, in cui ha osservato il comportamento dello gnomo nel suo habitat naturale ed è riuscito a catturare le sue scoperte grazie ad una telecamera, presentiamo ora queste immagini sensazionali al pubblico mondiale. Puntualmente per il giorno dello gnomo!


Ma non è tutto!
Grazie alla sua ricostruzione altamente tecnologica di uno gnomo femmina, con l’uso di legno e piastre di kevlar, “Dr. Erik Petterson” si avventura nelle profondità del nido dello gnomo. Come primo scienziato in assoluto è riuscito quindi a redigere un rapporto dettagliato sulle condizioni di vita dello gnomo. Come si riproduce lo gnomo? Qual è la sua alimentazione? Come dorme? A tutte queste domande, e molte altre, finalmente c’è risposta.

Siamo orgogliosi di potervi presentare da subito la traduzione in italiano dell’Enciclopedia Gnomica, grazie all’alacre lavoro del team Piranha Bytes Italia. Buona lettura!

(15 pagine, 1.4 MB)

Traduzione dell’Enciclopedia Gnomica a cura di Lck e xardas66.

Racconti brevi dell’isola: VIII – Ombre della notte

La notte era perfetta. La piccola falce di luna crescente era scomparsa poco prima dietro un manto di nuvole sospinto dalla brezza marina.

Persino le mura più bianche e scintillanti alla luce del sole erano ora oscure. La sentinella notturna se n’era già andata e mancava ancora parecchio alla sua prossima ronda.

Da dietro un angolo nell’ombra della notte si staccò una seconda ombra. Silenziosamente, l’uomo si mosse lungo il fianco di una casa, poi rientrò in un vicolo. Un puntino rosso tradiva un mozzicone di sigaretta, poi la figura si arrampicò sul tetto e scomparve nella finestra di una casa vicina.

Il suo respiro regolare indicava che non temeva l’attenzione degli abitanti.

Il baule con gli averi era ai piedi del letto. Le persone erano così trasparenti… Ora avrebbe scoperto se il suo informatore gli aveva fornito la combinazione corretta della serratura. Inserì silenziosamente il grimaldello.

Con un breve rumore, la serratura si aprì. I respiri regolari si interruppero. Il ladro restò immobile. “Maledizione!” pensò, trattenendo il fiato.

Un forte russare lo tranquillizzò. Lentamente e con prudenza svuotò il baule, in cerca del vecchio, prezioso amuleto che il suo cliente lo aveva incaricato di trovare.


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Racconti brevi dell’isola: VII – Signore Della Lama

“Ehi! Non agitare così quella spada. Cosa ti ho detto?” Edgar si piegò sulla mola e scosse la testa. Il vecchio maestro di spada si era ritirato all’ombra di una parete da dove osservava il suo allievo. Poi spiegò tutto di nuovo, dall’inizio:

“Impugna la spada con calma. Stringi bene l’elsa, o il primo colpo dell’avversario te la farà cadere di mano.” L’allievo cercò di mettere in pratica le istruzioni per soddisfare il maestro.

“E non stare così dritto e rigido. Che pessima posa.”

“Quand’è che potrò finalmente affrontare qualcuno?” grugnì il ragazzo, che era annoiato da tutti quei comandi. “Voglio uccidere una Bestia delle ceneri!”

Edgar rise. “Giovanotto, toglitelo dalla testa. Prima devi imparare i fondamentali dei colpi e delle parate. Quando avrai la dimestichezza necessaria, allora potrai cominciare a studiare le serie di colpi per non lasciare punti scoperti all’avversario. Dopodiché, dovrai lavorare sul movimento dei piedi, così imparerai a schivare. E alla fine imparerai a superare la guardia del tuo avversario.”

Il maestro fece una pausa e proseguì, “Poi, giovanotto, forse potrai iniziare a pensare di affrontare una di quelle bestie. Le persone sono prevedibili: puoi studiare il loro comportamento e prevederne gli attacchi. Quei mostri, invece, si comportano in modo imperscrutabile. Riuscire a battere uno di loro è una cosa completamente diversa, e tu sei ancora lontano dal poterlo fare.”


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Racconti brevi dell’isola: VI – Il Don e i suoi seguaci

Veli di fumo si diffondevano nell’aria disordinatamente. Una nebbia fitta e umida trasudava dalla terra e non lasciava spazio al fumo.

Un uomo tossì.

“Dannata!” imprecò un tizio.

“Cosa, la zuppa di Rachel?” replicò un altro.

“No, spiritoso, la nebbia,” rispose scontroso il primo.

“Dannata palude!” rispose il secondo.

“Dannato Inquisitore!” disse un terzo, rimasto in silenzio fino a quel momento, indicando la fonte di tutti i mali.

Da quando l’Inquisitore aveva messo piede sull’isola con la sua gente, il Don aveva lasciato la città per rifugiarsi nella palude. Lì poteva ancora essere l’unico padrone di se stesso e non doveva prendere ordini dai nuovi signori dell’isola. Lì, era il capo della sua gente, il signore di pochi acri di terreno paludoso e di un antico tempio in rovina, pieno di mostri. Sarebbe rimasto in quella sistemazione finché l’Inquisitore non avesse lasciato la città. Fino a quel momento, il Don avrebbe alloggiato nella prima sala del tempio.

“È uscito qualcosa dal tempio oggi?” chiese uno degli uomini.

“Una creatura? No. I passaggi anteriori sono sgombri. Fincher li ha controllati ancora ieri.”


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Racconti brevi dell’isola: V – Avventura Fatale

Tre uomini si avventuravano per un passaggio lungo e stretto, scosceso.

“Sai che penso?” chiese Olf, imbracciando un piccone.

“No, non credo,” borbottò Dytar. “Tieni ben sollevata quella torcia, così non ci sfuggirà nessuna trappola.”

“Te lo dirò in ogni caso,” replicò il primo. “Ho la sensazione che troveremo un bel po’ di oro. Lo sento nel mignolo.”

“Aah, nell’ultimo tempio, era nell’alluce. Deciditi…” rispose Dirk lamentandosi. Stava trasportando degli attrezzi da scavo. “E non abbiamo trovato nulla, comunque.”

“Beh, è stato perché quelli dell’Ordine sono stati più veloci. Ma nessuno è stato qui prima di noi.”

“Ritieniti fortunato che non ci abbiano ancora beccato fuori dalla città.”

“Ehi, attento! Fermo.” urlò Dytar, mettendo fine alla discussione. “Non vedi quell’affare, imbecille? Quella lastra mi sembra strana. Potrebbe essere un’altra trappola.”

“Beh, sempre meglio di quegli spuntoni di prima.”

Un forte rumore in lontananza li interruppe. Poi un suono simile ad artigli che graffiano la pietra. Vicino. Molto vicino.

“Che cos’era?” bisbigliò Olf. “L’hai sentito?”

“Non sono sordo!” sospirò Dirk.

“Stai indietro!”


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Racconti brevi dell’isola: IV – Al Gyrger beffardo

Un rettangolo di luce proiettato dalla porta aperta era tutto ciò che ricordava agli avventori del Gyrger beffardo che fuori il sole ardeva inesorabile, sull’intera isola. Ma d’un tratto il rettangolo si oscurò, quando un nuovo ospite entrò nella locanda.

Ehi, forestiero, unisciti a noi,” urlò un tizio corpulento al nuovo arrivato. “Siamo sempre pronti a bere in compagnia di una faccia nuova, con qualcosa da raccontare.

Devo supporre che tu conosca tutti in città?” replicò lo straniero.

Diciamo di sì. Sono inchiodato qui da quando le Toghe Bianche hanno chiuso i cancelli. A dire il vero non ti ho mai visto qui in giro. Cosa ti porta in città?

Vorrei saperlo…

Ah, uno sprovveduto,” replico in tono spiritoso. “Se sei in cerca di conoscenza, rivolgiti al Maestro Belschwur. Qui troverai solo da bere.

Il Maestro Belschwur?

Già, il mago! Sa tutto sulla Sacra Fiamma e gli dei. Gli dei se ne sono andati, ma hanno lasciato la Sacra Fiamma come segno, a ricordare che stanno ancora proteggendo l’isola. Ma nessuno sa per quanto ancora continuerà a bruciare, perché le forze oscure da cui gli dei ci offrivano protezione diventano sempre più forti. I templi e cose del genere. Ma io che posso saperne? Sono solo un pescatore.


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Bestiario, parte X: I Chinghiali

Dal blog di Risen, ecco la presentazione dei Cinghiali.
Anche se a prima vista potrebbero sembrare inoffensivi, i cinghiali sono fra gli animali più pericolosi esistenti sulle isole: molti avventurieri inesperti sono stati vittime delle loro mortali zanne e della loro furia, tanto che le autorità hanno prontamente raccomandato di non avvicinarsi a queste creature.
Nel caso, meglio ucciderle dalla distanza, con arco o balestra, prima che avvertano l’odore dell’essere umano, lanciandosi all’attacco. [ Leggi il resto dell’articolo! ]