Racconti brevi dell’isola: IV – Al Gyrger beffardo


Un rettangolo di luce proiettato dalla porta aperta era tutto ciò che ricordava agli avventori del Gyrger beffardo che fuori il sole ardeva inesorabile, sull’intera isola. Ma d’un tratto il rettangolo si oscurò, quando un nuovo ospite entrò nella locanda.

Ehi, forestiero, unisciti a noi,” urlò un tizio corpulento al nuovo arrivato. “Siamo sempre pronti a bere in compagnia di una faccia nuova, con qualcosa da raccontare.

Devo supporre che tu conosca tutti in città?” replicò lo straniero.

Diciamo di sì. Sono inchiodato qui da quando le Toghe Bianche hanno chiuso i cancelli. A dire il vero non ti ho mai visto qui in giro. Cosa ti porta in città?

Vorrei saperlo…

Ah, uno sprovveduto,” replico in tono spiritoso. “Se sei in cerca di conoscenza, rivolgiti al Maestro Belschwur. Qui troverai solo da bere.

Il Maestro Belschwur?

Già, il mago! Sa tutto sulla Sacra Fiamma e gli dei. Gli dei se ne sono andati, ma hanno lasciato la Sacra Fiamma come segno, a ricordare che stanno ancora proteggendo l’isola. Ma nessuno sa per quanto ancora continuerà a bruciare, perché le forze oscure da cui gli dei ci offrivano protezione diventano sempre più forti. I templi e cose del genere. Ma io che posso saperne? Sono solo un pescatore.


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