CSP – Speciale Pasqua 2016 – Un luogo misterioso


Il calendario di Natale del CST ha una lunga tradizione, ma anche i loro speciali di Pasqua sono diventati nel frattempo leggenda. L’anno scorso ci avevano presentato una Mod Pasquale che poteva anche essere giocata e in occasione della Pasqua 2016 ritornano a parlare di fantastici dettagli del CSP. Guardate voi stessi:

Ma cos’è questo luogo misterioso? Scopritelo quando il CSP sarà pubblicato! Nel frattempo non preoccupatevi, HerrFenrisWolf ha scritto un bel racconto per chi non riesce ad aspettare tanto!

L’ultima difesa

Il Maestro Tondal dovette sedersi. Il suo cuore batteva così forte nel suo petto, come se volesse scappare da lì. Per un breve periodo di tempo tutto divenne nero ai suoi occhi e i rumori circostanti si smorzarono.
Fece tre respiri profondi finché la sua percezione del mondo ritornò normale. Diede un’occhiata alla stanza e vide che c’erano solo altri due maghi insieme a lui. Nonostante la catastrofe in corso, l’anziano e grigio Juno aveva dipinta sul volto la solita espressione stoica di sempre. Solo la sua tunica disordinata indicava che c’era qualcosa di diverso quel giorno.

Accanto all’anziano, che era appoggiato al muro ed era attento ad eventuali segni dei loro nemici, Almer camminava invece avanti e indietro. Il suo sguardo vacillò mentre osservava la stanza. I suoi capelli erano arruffati e aveva dei lividi sul viso. Tondal provò compassione per Almer. La sua consacrazione, che l’aveva promosso dal rango di novizio a quello di mago, era avvenuta solo due anni prima. Tondal e Jura avevano avuto il loro tempo e avevano vissuto la loro vita, ma Almer era uno studente promettente. Aveva il potenziale per diventare un grande Maestro.

Tondal sorrise lievemente al ricordo di Almer ancora novizio. Più di una volta aveva dovuto pulire la statua del Gran Maestro sotto la severa sorveglianza di Juro. Tempo addietro, durante gli anni del suo noviziato al monastero nel Nordmar, Tondal aveva spesso dovuto ripulire l’intera biblioteca. Paragonato a questo, pulire la statua del Gran Maestro era una passeggiata. Dopo la consacrazione di Almer non erano rimasti molti novizi.
Il Maestro si assicurò personalmente che tutti i beni di valore nella fortezza fossero trasportati in un luogo sicuro prima che fosse troppo tardi e che tutto fosse perduto. Tra le ‘cose’ preziose c’erano naturalmente anche I novizi rimanenti.
All’esterno della stanza il rombo della battaglia era insopportabile. Le urla delle persone in fin di vita si alternavano al suono dell’acciaio che fendeva l’aria e trafiggeva la carne. Come se fosse stato punto da una Sanguimosca, Almer sussultò dopo aver sentito un urlo particolarmente angosciante: “Là fuori i nostri confratelli stanno morendo! E noi cosa stiamo facendo? Ci nascondiamo qui!”
Juro alzò lentamente le mani e distese le dita sottili, mentre rispondeva con voce malferma: “Ci siamo prosciugati, ragazzo. Ogni frammento di magia che avevamo, l’abbiamo consumato contro i nemici. Inoltre siamo inutili nel combattimento ravvicinato. Non possiamo aiutare i nostri guerrieri là fuori, a prescindere dal loro numero.”
“E dopo? Quei barbari stanno distruggendo i nostri templi, profanando i nostri santuari e bruciando i nostri scritti! Ora sono qui e stanno uccidendo i nostri confratelli. Dobbiamo aspettare pazientemente che vengano qui e ci massacrino? Non intendo arrendermi ad un tale destino senza combattere!”

Appena Almer pronunciò queste parole, lacrime di frustrazione bagnarono i suoi occhi. Ma le sue parole furono sovrastate da un sinistro rimbombo. Attraverso una delle finestre della stanza riuscirono a vedere una delle torri della fortezza bruciare e poi crollare. Le scintille sprizzarono nel bagliore del sole al tramonto. Mentre Tondal si grattava la barba, Juro cercò di calmare il giovane mago: “Sei un bravo ragazzo, ma non sei minimamente esperto quanto il Maestro o me stesso. I nostri poteri si stanno rigenerando lentamente, mentre ci nascondiamo qui. Tu non hai mai avuto il tempo di apprenderlo.”
“Allora sono ancora più inutile di quanto pensassi.” Le parole di Juro ottennero il risultato opposto a quello che aveva sperato. Allora Tondal rovistò nella sua tunica e tirò fuori una grossa pozione di mana. Consegnò ad Almer la boccetta, abilmente decorata e contenente una sostanza blu tenue, e disse: “Bevila, speravo di metterti in salvo in qualche modo, ma se vorrai morire al fianco di due vecchi, sarà un onore per noi.”
Almer bevve la pozione tutta d’un sorso. Tondal capì che tutti e tre erano rassegnati al fato che li attendeva. Un pezzo alla volta, avevano perso la loro fortezza. Un corridoio alla volta, gli invasori stavano avanzando. Una porta alla volta e tutti erano caduti, finché quegli ultimi tre uomini rimasti avevano raggiunto la sommità della fortezza. Presto gli invasori, senza alcuna pietà, avrebbero bussato alla porta e sarebbe giunta l’ora della battaglia finale.
I minuti passavano come se fossero ore; per un po’ diventò più silenzioso nel corridoio, finché udirono passi pesanti dirigersi verso di loro. Vennero gridati ordini incomprensibili e iniziarono a piovere forti colpi contro la porta.

Juro si voltò verso la porta e sollevo le sue mani in un gesto imperioso. Sottili fili di fredda energia blu partirono dalle sue mani fino al pavimento. Le lastre si staccarono dal pavimento e iniziarono a costituire una figura dalla forma umanoide, ma molto più rozza. La faccia del servo di pietra sembrava rigida quanto quella del Maestro ed il golem evocato obbedì ai comandi inespressi del suo padrone.
Prima che la porta di legno potesse essere sfondata, il golem si gettò contro di essa per fornire un’ultima barriera tra gli invasori e i maghi. Ma i loro attacchi non si fermarono. Dall’altra parte della porta apparve una luce brillante che penetrò nella camera. Come se fosse stato colpito da un fulmine, il guerriero di pietra, che difendeva i maghi qualche secondo prima, esplose in mille pezzi.
Una minacciosa figura entrò nella stanza. Davanti ai maghi c’era un ‘macellaio’ con un’armatura d’acciaio. Tutta la corazza di metallo era così sporca e macchiata di sangue, che lo stemma sul suo petto era irriconoscibile . Puzzava ed i suoni che emetteva erano quasi animaleschi. Questo combaciava col resto del suo aspetto, che era meno simile a quello di un umano e più somigliante a quello di un mostro o creatura d’acciaio.
Impugnava un’enorme ascia da battaglia con entrambe le mani e lentamente si avvicinò ai maghi, che giacevano a terra dopo essere stati investiti dall’esplosione.
Juro fu il primo in grado di rialzarsi, ma era evidente che l’evocazione l’aveva sfinito. Il mostro ignorò l’anziano, come se sapesse che non era più una minaccia. Andò diritto verso il mago più giovane, che lo guardava col terrore negli occhi. Anche il Maestro Tondal si rialzò e si appoggiò al muro come sostegno. Nel profondo della sua mente cercava di trovare un incantesimo adatto alla situazione, molto probabilmente l’ultima magia che avrebbe mai usato. Tondal era più giovane di Juro e molto più esperto di Almer. Era al culmine della sua carriera e perciò aveva rigenerato la maggior parte del suo potere. In quel momento gli venne in mente un incantesimo particolarmente potente e pregò il suo dio di avere abbastanza tempo per scagliarlo.
Il ‘macellaio’ si piazzò di fronte ad Almer e sollevò la sua ascia da battaglia. All’improvviso Juro si gettò contro il guerriero armato, maneggiando una scopa che aveva trovato in qualche angolo oscuro della stanza. Il mostro sembrava più divertito che intimorito, lasciò stare Almer e spazzò via l’anziano mago con un potente colpo della sua arma.
Juro crollò ormai morto sul posto. Almer gridò di rabbia e scagliò un fulmine magico contro il ‘macellaio’, la cui armatura sembrò fondere. Tondal fu proprio fiero del suo studente, la tecnica di questo incantesimo era un insegnamento che gli aveva impartito molto tempo prima.
Un acuto gemito sfuggì alla creatura, ma poi si ricompose e lanciò l’ascia contro Almer. Il giovane mago fu letteralmente inchiodato al muro, ma sopravvisse.

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Lentamente il guerriero avanzò. Posizionandosi di fronte ad Almer si levò l’elmo e rivelò il volto di un uomo di mezz’età. L’aspetto nobile del suo viso era distorto dal dolore e la sua pelle era rossa come se qualcuno gli avesse gettato acqua bollente in faccia. L’uomo sollevò la mano destra in aria, come se stesse afferrando qualcosa. Una luce, apparentemente senza origine, fuoriuscì da una runa e guarì all’istante la sua pelle bruciata. Con l’altra mano estrasse un pugnale dalla sua cintura e la premette contro la gola del giovane mago.
“Nel nome di Innos, brucia maledetto eretico!” sputò ad Almer e gli tagliò la gola.
Ora il Paladino si volse verso Tondal. Il Maestro non si era mosso di un millimetro per tutto il tempo e non sembrava essere una minaccia per il campione di Innos. Avrebbe liquidato in fretta l’ultimo mago. Sollevò il pugnale un’altra volta e disse: “Peccatori ed eretici, questo luogo sarà la vostra tomba!”. Tondal toccò lievemente il volto del Paladino con la sua mano e replicò: “Così come sarà la tua.”
All’improvviso tutto il campo di battaglia piombò in uno spaventoso silenzio. Non si muoveva più niente e sembrò che una gelida brezza attraversasse la fortezza pesantemente danneggiata. La vita fuggì dalle mura di pietra e l’ultimo suono che poté essere udito sembrava il battito di ali giganti.


Traduzione italiana di Colmar.


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