Calendario CSP: 19 dicembre 2018


La casella del 19 dicembre ci propone un racconto breve, ambientato prima delle vicende narrate in Gothic 3 e dedicato ai cavalieri di Innos, i Paladini, come ci suggerisce il titolo stesso.


Innos è con i coraggiosi


Come eravamo capitati in questo disastro? Era stato Torge il primo a notare gli sconosciuti, luride figure sul ciglio della strada. Salutavano amichevolmente, mentre il gruppo di Torge si avvicinava. Uno di essi sollevava addirittura una forma di pane in alto. Gli uomini uscirono dal loro nascondiglio nella boscaglia, dapprima Nimtsche, poi Torge, poi Lusche e Jannek per ultimo. Per gli dei, se avevano fame! Tutti quei giorni con razioni dimezzate. Non c’era da sorprendersi che agissero in maniera poco prudente. Era troppo tardi quando Jannek si accorse del rosso nascosto sotto ai mantelli degli sconosciuti, il rosso del re.

“Allora, camerati. Avete fame?” chiese uno di essi con il tozzo di pane in mano. Il suo sorriso ricordava quello di un lupo. Com’era potuto succedere? Jannek ed i suoi amici erano forse ciechi? No, avevano occhi solo per il pane e non fecero attenzione a quello che era evidente. Il fango copriva buona parte degli indumenti degli sconosciuti, ma le armature erano ben visibili. Ora erano in trappola. Ai quattro sconosciuti si unirono rapidamente altri otto. Un’intera dozzina di soldati ora circondavano Jannek e gli altri disertori. Nimtsche, il testone, che ancora non aveva notato niente, allungò la mano verso il pane. Il lupo lo ritrasse rapidamente e disse, con finta ingenuità: “Abbiamo pane solo per uomini coraggiosi. Siete coraggiosi?”

Oh, quel tizio a Jannek non piaceva per niente. Lo stesso Nimtsche finalmente cominciava forse a capire. “S… s… s… sì, certo” balbettò il testone, il cui stomaco ragionava molto più del cervello.
“Bene, bene…” disse il lupo, spezzando un pezzo di pane e mettendoselo in bocca. Ciancicando continuò: “Quattro della milizia con indumenti strappati che si nascondono nel bosco.” Stirò con le mani lo stemma sul petto di Nimtsche: “Siete molto fortunati ad averci incontrato così lontani da Gotha.” Il lupo deglutì: “Ma Innos protegge i coraggiosi. Sarà questo il motivo.” Quando passò il resto del pane ai suoi uomini, a Nimtsche salirono le lacrime agli occhi.

“Sarà il caso di presentarci”, disse allegramente il lupo: “Io mi chiamo Kane e questo sporco mucchio di gentaglia è la mia unità. Lo so, sono difficili da riconoscere sotto tutto quel fango. Ma questo ha anche dei vantaggi.”
Kane mise la mano sulla spalla di Torge, tirando verso il basso la mazza ferrata che stringeva in mano. “E tu chi saresti, mio possente amico?” L’omone non si lasciò tirare giù, al che uno degli uomini di Kane gli girò dietro e lo colpì al ginocchio, facendolo crollare nel fango. “Scusami, sei così alto e grosso, non mi piace essere all’ombra di nessuno.”
Kane si mise le mani sulla pancia: “Veniamo da Venguard, dove ci siamo rifocillati ben bene. Abbiamo sentito che gli Orchi stanno marciando verso Gotha e quindi stiamo portando con noi equipaggiamento e provviste per l’intera fortezza. Ma questa cosa degli Orchi non può essere vera. Altrimenti non stareste di certo qui!”
Jannek, che da due giorni non faceva altro che bere acqua piovana dalle sua mani, cercò di superare l’intenso stimolo di dover pisciare. “Qualcuno deve aver perciò mentito. Che cosa inaudita, da parte di onorevoli Paladini.” Lusch iniziò a tremare, mentre Kane gli prendeva il mento tra le dita, girandogli la testa da una parte all’altra, mentre lo guardava negli occhi: “I combattenti di Innos non mentono mai. Il nostro Signore del Fuoco non ci intima forse di dire sempre il vero, di mantenere sempre il nostro onore e di svolgere sempre i nostri compiti con dedizione? Dunque, cosa fanno quattro miliziani così lontani dal posto che dovrebbero difendere dargli Orchi?”

Questa volta la domanda non era retorica, il capitano si aspettava una risposta. Non ne ottenne una. Il tempo delle storielle era finito e la verità non aveva bisogno di parole. “Attus!”
L’interpellato tra gli uomini di Kane si avvicinò. “Mi sembra che stiamo parlando con una banda di disertori. Sembra anche a te?”
“Sissignore, capitano!” rispose Attus.
“Cosa si fa tipicamente con i disertori?” domandò divertito Kane.
Come se non aspettassero altro, gli uomini risposero in coro: “SI IMPICCANO!”
“Proprio tutti?”
“TUTTA LA BANDA!” tuonò il coro.
“Hmmmm, tutta la banda” rispose Kane.
Improvvisamente Nimtsche prese a fuggire. I suoi stivali risuonavano pesantemente nella fanghiglia. Nonostante il terreno difficoltoso, il testone riuscì a coprire diversi passi.

Il tendersi della corda dell’arco si sentì a malapena, a differenza del volo della freccia. Un ultimo pesante rumore nel fango segnò la morte di Nimtsche. “Ce n’è sempre uno”, proferì Kane, non sorpreso minimamente dal tentativo di fuga. “Purtroppo, nonostante tutta la roba che portiamo con noi, non sembriamo essere in possesso di corde. Motivo per il quale non riusciremo ad impiccarvi come si dovrebbe.” A Jannek sembrava come se il capitano cercasse di scusarsi veramente. Lutsch svuotò la vescica mentre Kane sfoderava la spada. Nonostante l’umido della pioggia, la macchia di urina era ben visibile a tutti. Senza fare commenti Kane sprofondò la spada nella gola di Lutsch. Nessuno dei soldati reagì.
Ora era Jannek a tremare. Le vescica e la gola gli si erano come contorti in attesa dell’inevitabile esecuzione. Le stesse paure, dalle quali i quattro erano originariamente fuggiti, erano tornate in forze. Lo sguardo di Torge si fece assente, come quello di bestiame spinto verso il macello.
Kane pulì sommariamente la spada e la ripose: “Se Innos avesse voluto quattro morti oggi, ci avrebbe fornito le necessarie corde. Disertare non è solo tradimento, è anche un atto di stupidità. Per quanto mi riguarda, gli uomini della milizia possono tranquillamente essere stupidi, ma che almeno siano coraggiosi. Questi tuttavia…”, Kane indicava il povero Lutsch, poi nella direzione in cui era caduto Nimtsche. “Questi erano soltanto dei codardi. Innos non ha alcun utilizzo per gente come questa.” Il soldato col pane comparve di nuovo, lo divise in due pezzi e lo porse a Torge e Jannek. Sebbene non fosse particolarmente fresco, l’odore stuzzicava l’appetito di Jannek.

“Mangiate! Quando saremo a destinazione avrete bisogno di tutte le forze di cui disponete, perché a Gotha avremo molto da fare. Ricordate sempre. Innos è con i coraggiosi.”


Traduzione italiana a cura di Lorenz ‘Lck’ Klopfenstein.


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