Come vi avevamo annunciato nell’ultima notizia, scattato l’embargo, sono state pubblicate varie anteprime cartacee italiane dedicate alla versione del codice preview di Risen 2 Dark Waters, che contiene un pezzo del gioco, abbastanza grande da garantire la visione della maggior parte dei suoi aspetti.
Infatti chi ha provato questa versione del gioco ha potuto accedere a tre location, cioè alla città di Caldera nel Reame Perduto, all’isola di Tacarigua e alla Costa della Spada nel continente meridionale di Arborea, ma anche entrare in contatto con i tre gruppi, con cui l’eroe senza nome potrà schierarsi in alcune missione (Inquisizione, Pirati e Indigeni). Di seguito, vi riportiamo alcuni estratti dalle prime anteprime delle varie testate videoludiche italiane, con link diretto agli articoli completi, e alcuni nuovi screenshot.
Estratto dall’articolo di Multiplayer.it “La volontà di Piranha Bytes di offrire ai giocatori console, ma soprattutto a quelli PC un’esperienza ruolistica dura e pura senza cedere a tutte quelle facilitazioni che hanno inondato i giochi di questa generazione, è ben evidente a partire dall’esplorazione senza alcun tipo di indicatore che ci obbligherà a leggere sempre con grande cura i dialoghi e le indicazioni delle quest.
Il sistema di crescita è legato all’esperienza, qui denominata gloria, che si guadagna concludendo quest, uccidendo i nemici e in concomitanza di azioni particolari. Non ci sono livelli veri e propri, semplicemente in qualsiasi momento potremo decidere di investire questa gloria in una delle cinque statistiche che determinano la personalizzazione del nostro avatar: spade, armi da fuoco, resistenza, astuzia, voodoo. Al crescere di questi elementi aumenta la necessità di gloria per passare ulteriormente di livello e si influenzano tre talenti collegati ad ogni statistica. Così diventando più forti nell’uso delle spade guadagneremo punti nelle armi taglienti, in quelle contundenti e in quelle da lancio oppure investendo nell’astuzia diventeremo più bravi nei trucchetti da usare durante i combattimenti, nelle abilità da ladro e nella persuasione durante i dialoghi. Questi talenti vengono poi direttamente potenziati anche dall’equipaggiamento, dai compagni di avventura (questo ci è stato riferito non avendoli potuti sperimentare neanche in questo preview) e dagli oggetti rari collezionabili disseminati per il mondo di gioco.
Ci sono poi le abilità già viste nel primo Risen e che concretamente determinano la progressione del proprio avatar in base allo stile di gioco che si vuole adottare. Ognuna delle cinque statistiche ha circa 15 abilità che possono essere imparate trovando l’NPC adatto, pagando un certo quantitativo di oro e ovviamente avendo l’adeguato livello di esperienza che solitamente rappresenta l’unico, vero requisito richiesto.” Per leggere l’articolo intero, cliccate qui.
Estratto dall’articolo di Spaziogames.it “C’è di più, non solo il titolo fa tesoro di soluzioni di gamedesign già rodate, ma se possibile fa addirittura un passo indietro (non in senso negativo, sia chiaro) eliminando tutti quegli aiuti che sono spuntati come funghi con l’ampliarsi del mercato e l’arrivo dei giocatori meno smaliziati.
I dialoghi che precedono l’assegnazione delle missioni tornano fondamentali, siamo noi con le nostre domande a cercare quanti più dettagli possibili dato che non sono presenti comode freccione rosse che ci indicano dove andare, chi uccidere, con chi parlare o cosa raccogliere. Niente panico però, è sempre possibile andare a rileggersi il testo delle quest nel caso si perda qualche passaggio, e per fortuna l’operazione non è tediosa, ma piacevole, grazie ad una storia coinvolgente e ben recitata. Infatti è fondamentale che la sceneggiatura, vera e propria protagonista di un titolo del genere, sia solida e interessante, visto che è proprio in questa che il giocatore è chiamato ad immergersi.
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Gli scontri ci sono parsi leggermente legnosi e viziati da un’intelligenza artificiale dei nemici a tratti spiazzante: se in alcuni casi agiscono come ci si aspetta, in altri ci è capitato di dover colpire un NPC per una trentina di secondi prima di vedere una qualsiasi reazione sua o dei suoi compari. Il sistema di lock-on poi, se da un lato funziona più che bene nel selezionare l’avversario da colpire, dall’altro muove la visuale in maniera non sempre perfetta così da impedirci di vedere cosa stia per attaccarci alle spalle.” Per leggere l’articolo intero, cliccate qui.
Estratto dall’articolo di Gamesvillage.it “I combattimenti sono resi più interessanti dal cosiddetto “dirty trick”, un’azione riferita alle abilità furtive e collegata alla mano sinistra dell’eroe. A seconda dell’oggetto assegnato a tale mano, il “dirty trick” assume forme diverse: può essere il lancio di sabbia sugli occhi del nemico, così da accecarlo, o un colpo di pistola, o il lancio di una noce di cocco per attirare l’attenzione di qualcuno, piuttosto che l’uso di un pappagallino ammaestrato per distrarre l’avversario. L’unione di colpi principali e secondari al “dirty trick” rende i combattimenti di Risen 2 particolarmente vari e aperti alla sperimentazione, anche se va detto che in alcuni frangenti sembra che il risultato di uno scontro sia determinato più dal generico “colpo di fortuna” che non dalla messa in campo di sopraffine abilità tattiche.
La componente agonistica resta sempre alta e gli scontri, almeno al livello di difficoltà predefinito (medio), sono piuttosto impegnativi. Il loro andamento diseguale e la capacità mostrata da determinati avversari di interrompere sistematicamente qualsiasi sequenza di attacco potranno risultare frustranti per i giocatori meno dotati dal punto di vista dei riflessi, ma d’altro canto appagheranno chi ama veder crescere lentamente in potenza il proprio alter ego, il quale diventerà capace di aver ragione di creature progressivamente più potenti, spazzando via al contempo quelle di livello basso.” Per leggere l’articolo intero, cliccate qui.
Estratto dall’articolo di Gamemag.it “Introdurre il sistema di fast travel certo garantisce la comodità di perdere meno tempo, ed essendo subordinato alla scoperta “manuale” di ciascuna area rende comunque indispensabile muoversi a piedi e sforzarsi di esplorare il più possibile; è però indubbio che un altro baluardo dei vecchi Gothic se n’è andato, ignorando per di più il condivisibile compromesso che il primo Risen offriva (e cioè le “pietre del teletrasporto” che si potevano ottenere a un certo punto del gioco, e che a tutti gli effetti diventavano una sorta di fast travel, con due differenze importanti però: non erano disponibili da subito, e andavano comunque trovate, alla stregua di oggetti segreti).[…]
Per fortuna comunque, in Risen 2 rimane il solito intelligentissimo sistema di questing già sperimentato negli altri titoli Piranha: un sistema che ci invita a risolvere le missioni dei vari npc in un modo molto organico rispetto al mondo di gioco, a differenza di quanto accade, per esempio, in Skyrim dove prendere una missione a sud può comportare di doverla svolgere nell’estremo nord, attraversando tutto il mondo ma solo en passant, con l’unico fine di raggiungere una meta.
In Risen 2 quello che accade è che arrivando in una nuova città, le prime quest ci aiuteranno a prendere confidenza con i dintorni del luogo, poi pian piano ci spingeranno alla periferia e nella giungla circostante, fino magari a portarci dall’altra parte dell’isola dove ci sono gli accampamenti di pirati più pericolosi, o le bestie più pericolose. Insomma tutto pensato per dare sempre e comunque un senso stretto di narrazione e di coerenza, e di conseguenza di spronarci a esplorare pian piano – ma costantemente- il bellissimo mondo di gioco creato dagli sviluppatori.” Per leggere l’articolo intero, cliccate qui.
Estratto dall’articolo di Eurogamer.it “ragazzi di Piranha Bytes non cercano di nascondere una delle migliori caratteristiche del gioco, ovvero quella di concatenare un sistema di azioni/ricompense realmente efficace e di facile comprensione grazie alla stretta correlazione tra cause e conseguenze. Anche nel rapporto con gli altri personaggi non giocanti noteremo questo elemento: migliorando le nostre capacità oratorie avremo nuove opzioni di dialogo a disposizione, che ci faciliteranno la vita in alcune missioni o ci daranno accesso a ulteriori ricompense altrimenti precluse. Attaccare un altro personaggio attirerà contro di voi le ire delle guardie; provocatelo e fate in modo che sia lui a tirar fuori per primo la spada e potrete combattere senza temere ritorsioni. […]
Tutte le informazioni necessarie al completamento di una quest saranno fornite attraverso i dialoghi: perdetevi l’avviso di non andare a nord perché c’è un mostro enorme e feroce e vi troverete a breve a dover ricaricare il salvataggio. Similmente anche orientarsi sarà un problema: non avrete alcuna mappa dell’area, se non fino a quando non ne acquisterete una dal governatore dell’area, e anche questa sarà consultabile solo in una schermata statica. Se non vi farete scoraggiare da questi scogli, scoprirete che l’altra faccia della medaglia è una forte immersività e un senso di appartenenza al luogo.” Per leggere l’articolo intero, cliccate qui.
Estratto dall’articolo di Everyeye.it “Innanzitutto in ogni regione sono sepolti alcuni tesori e altre amenità, con tanto di mappe da recuperare e pala da portarsi appresso. Molti di questi tesori saranno idoli o preziosi da rivendere per poter comprare l’equipaggiamento più potente o l’abilità successiva, ma altri, i rarissimi Legendary Items, una volta trovati andranno ad arricchire la nostra collezione personale, aumentando direttamente le statistiche. Non lo sappiamo con precisione, ma un sistema simile dona al gioco un sapore tutto particolare dato che per recuperare i vari tesori dovremo sudare parecchio. Infatti abbiamo avuto l’impressione che le insidie da affrontare fossero molte di più rispetto a quelle che avevamo innanzi durante la main quest.
Un altro sistema che ci è parso interessante, ma probabile appannaggio del solo gioco avanzato, è quello riguardante le magie Voodoo. Senza poterle sperimentare di persona (solo un accenno presente nella beta), ne abbiamo intuito le meccaniche dalle descrizioni nei menu. In pratica dovremo infondere alcuni oggetti di magia oscura (come degli scettri e le classiche bamboline), tramite dei rituali specifici, che ci permetterranno letteralmente di maledire gli avversari o garantirci poteri legati all’aldilà, come l’evocazione di potenti spettri e il controllo sui cadaveri, in pieno stile bruja. Raccogliendo le erbe giuste inoltre, potremo fabbricarci diverse pozioni da usare tramite quickbar per aumentare le nostre possibilità di successo in combattimento.” Per leggere l’articolo intero, cliccate qui.
Estratto dall’articolo di Videogame.it “Non c’è pace per gli eroi. Un tempo chi compiva gesta fuori dall’ordinario riceveva onori e ricchezze, magari veniva addirittura incoronato re se la fortuna girava proprio nel verso giusto. Il protagonista di Risen ha sconfitto addirittura un Titano, e non certo senza sforzi, e cosa ha ottenuto? A giudicare dalle primissime battute di Risen 2: Dark Waters, una certa propensione ad alzare il gomito e poco più. Con più capelli in testa e un occhio in meno, ritroviamo infatti l’eroe senza nome in uno squallido fortino dell’Inquisizione, intento sostanzialmente ad autocommiserarsi. Ma si sa come vanno le cose in questi casi, e non ci vorrà molto prima che si ritrovi imbarcato (letteralmente) in una nuova e pericolosissima missione: ritrovare un mitologico arpione con cui poter uccidere il mostruoso Kraken che infesta le acque della costa. In compagnia di quel peperino di Patty, di cui probabilmente si ricorderà chi abbia giocato il primo episodio (e che ha i suoi motivi personali per accompagnarlo), il nostro eroe orbo approda quindi sull’isola di Tacarigua, letteralmente in brache di tela. Sembra infatti che la missione richieda segretezza, e andarsene in giro con indosso una divisa dell’Inquisizione è un pessimo modo per iniziare la propria carriera di spia. Da quel momento in poi Risen 2 lascia al giocatore piena libertà di movimento sull’isola, senza prenderlo per la mano e accompagnarlo lungo la strada. E la cosa non può che farci piacere.” Per leggere l’articolo intero, cliccate qui.
Estratto dall’articolo di Games.it “Eccoci qui, grazie a un codice Preview arrivato in redazione da qualche giorno, ho finalmente testato con mano questo tanto atteso seguito. Risen 2 Dark Waters si presenta al giocatore con una giocabilità del tutto simile al precedente capitolo ma allo stesso tempo si orienta sulla solita riga di programmazione dei vecchi Gothic di proprietà (prima del cambio di Software House) dei Piranha Bytes. Il gioco che ho avuto il piacere di provare è uno di quei titoli Doc che verrà apprezzato da quella fascia di utenza abituata a mettere mano su un RPG vecchio: che concede ben poche alzate di testa a un gameplay più moderno. Che questo sia un male o un bene, ora come ora non posso metterci la mano sul fuoco ma sono sicuro che il titolo dividerà parecchio le opinioni dei giocatori. Ultimata la rapida installazione mi butto a capofitto sul gioco e dopo un breve filmato iniziale, muovo i primi passi su di una piccolissima isola che fa sia da base al personaggio controllabile che da Tutorial al giocatore. Qui ci vengono impartiti i primissimi compiti e i primissimi comandi. Questo Tutorial è davvero striminzito e si lascia giocare più che piacevolmente. Portando a termine due o tre compiti e un primo combattimento all’arma bianca, si salpa per la più grande Isola di Arborea. La nuova isola che ci troviamo a conoscere è di quelle selvatiche dove una fitta Giungla la fa da padrone.” Per leggere l’articolo intero, cliccate qui.
Estratto dall’articolo di GameSoul.it “Risen fu, tre anni fa, un buon successo, meritatissimo, non solo perché sviluppato dal talentuoso gruppo della trilogia di Gothic, i Piranha Byte, ma sopratutto perché mostrava un carattere diverso dai classici gdr, a cominciare dall’ambientazione, che miscelava la fantasy classica con atmosfere marinaresche, un genere che , sopratutto nei giochi di ruolo viene colpevolmente bistrattato, fino ad arrivare al sistema di gioco, che lo rendeva un misto fra un action e un gdr classico, un sistema un po’ ostico per alcuni, forse, ma per chi avesse superato i primi scogli, pieno di soddisfazioni. Risen 2: Dark Waters, riprende il discorso, e amplia le ottime premesse del predecessore. Nel gioco vestiamo i panni dell’ “eroe senza nome” conosciuto nel precedente episodio, che ha guadagnato una benda per l’occhio destro,un posto nell’inquisizione, ma anche un sacco di problemi con l’alcool. Le vicende prendono il via in una notte di burrasca, nel porto di Caldera, l’ultimo bastione dell’Inquisizione; Un inaspettato evento ci costringe ad abbandonare il nostro solitario dialogo con la bottiglia. Un gioco di marinai, cappe e spade, non può prescindere da naufragi, come ci insegnò anche il prequel, ed infatti come da copione, un bastimento in preda alla tempesta, a largo del porto, viene attaccato dai tentacoli di un Kraken, e distrutto. Quantomeno stavolta non siamo noi i naufraghi.” Per leggere l’articolo intero, cliccate qui.