Calendario CSP: 7 dicembre 2012


Ogg il CST ci propone un racconto breve, ambientato a Geldern, con protagonista un personaggio che tutti conosciamo molto bene da tempo!


La notte dei ladri

‘Il regno degli orchi non è poi così male’, pensò Lares mentre pattugliava le mura con un’espressione eccezionalmente attenta sul volto. Quando erano i Maghi del Fuoco a comandare, non aveva mai avuto l’ardire di tentare di impossessarsi dei tesori del tempio. Erano assai suscettibili quando si parlava delle loro ricchezze, tanto che innumerevoli novizi sfortunati avevano dovuto trascorrere giornate intere a sorvegliare quelle reliquie. Per poterne rubare almeno una parte, ci sarebbero voluti dei poteri magici pari ai loro.

Due orchi stavano camminando verso Lares, tenendo le loro enormi asce da guerra sulla spalla. Finalmente era arrivato il cambio della guardia che stava aspettando. I guerrieri ignorarono i suoi saluti e proseguirono scendendo dalle mura lungo le scale. Nessuno fece caso alla sua presenza, dato che erano giorno che pattugliava quelle mura e ormai tutti si erano abituati alla sua presenza. Non sarebbe mai stato possibile fare una cosa del genere al tempo in cui la milizia controllava la città. Senza un’autorizzazione scritta, probabilmente non avrebbe mai avuto accesso ai bastioni. Inoltre, non avrebbe mai indossato i colori della milizia, mentre non era un problema per lui portare l’armatura dei mercenari. La maggior parte degli orchi non si curava nemmeno dei loro mercenari: d’altronde, quasi tutti gli umani apparivano esattamente identici ai loro occhi.

A quel punto Lares aveva già raggiunto la fine dei bastioni. Le mura si univano ad un piccolo giardino sopraelevato che probabilmente era stato l’orto delle erbe curative del tempio. Era quello il posto che aveva scelto per aver accesso al luogo di culto, sfruttando una piccola entrata laterale.

Si era assicurato che le guardie a cui era stata assegnato il turno seguente non lo avrebbero intralciato quella notte. Durante le proprie “pattuglie”, Lares aveva memorizzato gli orari delle guardie e scoperto che a quell’ora ci sarebbe stato solo un guerriero di guardia. Il ladro se ne era già occupato, definendolo un debole nella taverna. Alla fin fine, il soldato si era chiaramente sopravvalutato, poiché il Torcibudella era stato in grado di mandarlo al tappeto. Di sicuro i postumi della sbornia lo avrebbero costretto a rinunciare ai propri doveri quella notte, lasciando via libera a Lares.

Si fiondò dentro la porta e attraversò la camera da letto degli sciamani. Si udiva solo il loro russare. Con un rapido sguardo all’ingresso principale, Lares si assicurò che non vi fossero ostacoli. Di solito vi era una guardia di pattuglia nel corridoio che portava alla sala degli sciamani, ma quel giorno non c’era. Lares notò un gruppo di schiavi che stavano protestando di fronte al tempio. Avevano attirato l’attenzione di tutte le guardie, fornendogli un’ottima copertura, anche se si sarebbe potuta rivelare un’arma a doppio taglio. Se tutto quel rumore avesse svegliato gli sciamani, si sarebbe ritrovato senza una via di fuga.

Tuttavia, non poteva lasciar perdere proprio a quel punto, dopo tutto quel che aveva fatto. Non aveva intenzione di frugare di qua e di là fino a trovare qualcosa di suo gradimento… piuttosto, aveva già un obiettivo preciso in mente: i sei piatti dorati degli alchimisti. Ai tempi del re, erano sparsi per la città, assegnati come premi ai membri più talentuosi e influenti di quel mestiere. Ora però aveva la possibilità di rubarli tutti insieme, dato che gli orchi li avevano raccolti e portati al tempio. Lares entrò rapidamente nel salone utilizzato abitualmente dallo sciamano Grok durante il giorno. Si rese conto con stupore che era completamente buio, non c’era nemmeno una candela o una torcia a fornire un po’ di illuminazione. L’unico chiarore era quello delle stelle, che penetrava attraverso i varchi nel soffitto del tempio. Il ladro si fece ancora più sospettoso. Si abbassò il più possibile e si avvicinò lentamente al mobile che, secondo il suo informatore, avrebbe dovuto contenere i piatti. A quel punto Lares capì cosa c’era di strano: era forse una corda quella che pendeva dal soffitto?

Giusto un attimo dopo aver fatto quella scoperta, vide qualcosa brillare in un angolo. Una figura incappucciata era inginocchiata di fronte al mobile, apparentemente indaffarata a rubare proprio i piatti che stava cercando. Lares non riuscì a contenere uno sbuffo contrariato. La figura si arrestò per guardarsi attorno. Il trambusto di fronte al tempio si era calmato, i combattimenti erano cessati e le voci irate di svariati orchi si stavano facendo più vicine.

Improvvisamente, la luna piena fece capolino dalle nubi e la sua luce illuminò la sala. I due ladri si fissarono per un istante che parve un’eternità. Con sorprendente agilità lo sconosciuto estrasse un pugnale e si lanciò dall’altra parte della stanza, avendo chiaramente scambiato Lares per un mercenario. Lares fece qualche passo indietro, senza mai staccare gli occhi di dosso dal pugnale, per nascondersi da coloro che stavano arrivando lungo il corridoio. Un attimo dopo, l’altro ladro seguì il suo esempio, senza mollare la presa dalla sacca in cui aveva riposto i piatti.

Lares sussurrò: “Abbassa l’arma! Sono un ladro, proprio come te!” Lo straniero parve rilassarsi un po’, tuttavia non ripose il pugnale. “Allora provalo! Voglio esserne sicuro!” Lares si avvicinò alla corda e rispose: “Usciamo da qui e dividiamoci il bottino!” Gli orchi erano ormai sulla soglia del salone principale. Lo straniero sibilò: “Risposta sbagliata!” e spinse Lares lontano dalla corda, facendolo così schiantare su un cassettone, che cadde sotto il suo peso producendo un enorme fracasso. Tuttavia egli si rialzò immediatamente e, mentre l’avversario si accingeva ad arrampicarsi, afferrò la sua sacca, tirando con tutte le proprie forze. Proprio quando era ormai riuscito a strapparla dalle mani della figura incappucciata, gli arrivò un calcio sul mento che lo fece volare a terra. Mentre cadeva a terra e i piatti uscivano fuori dalla sacca con un fragore assordante, urlò: “Qui! Venite qui! Il ladro sta scappando!

Improvvisamente, accaddero un sacco di cose in rapida successione.

Uno degli orchi lo afferrò per un braccio e lo tirò su senza tanti complimenti, mentre gli altri non poterono far altro che osservare il ladro tagliare la corda che aveva usato e sparire nella notte. In un attimo, tutte le torce si accesero, mentre alcune delle guardie corsero fuori dal tempio per catturare l’intruso. Furono urlati degli ordini. Qualcuno raccolse i piatti dorati.

Lares era confuso. Lo stivale dello straniero lo aveva centrato alla perfezione. Grok, il capo degli sciamani, e Nemrok, il capitano dei guerrieri orcheschi, lo stavano fissando. Mentre Grok si limitava a fissarlo pensieroso, Nemrok si mise ad interrogare il presunto mercenario: “Che ci fai qui? Cos’è successo?

Lares rispose: “Quando è iniziata la rivolta là fuori, ho notato una figura sgattaiolare nel tempio. Ho pensato di dover vedere cosa stava succedendo e ho sorpreso il ladro in questa stanza. È riuscito a scappare, ma sono riuscito a sottrargli il bottino.” “Perché non ti sei limitato a informare la guardia?” “Beh, erano tutte indaffarate e non volevo disturbarle con quello che sarebbe potuto essere solo un falso allarme.“‘

Nemrok sembrò soddisfatto, ma Grok continuò ad osservarlo con sguardo diffidente. I due parlarono nella loro lingua per un po’. Al ladro sembrò che fossero pronti a impiccarlo insieme ai paladini di fronte all’ingresso della città. Trovava particolarmente odioso non riuscire a stabilire con certezza la propria situazione.

All’improvviso, Nemrok gli diede una pacca sulla spalla con la sua enorme mano e disse: “Sei riuscito a impedire che il ladro rubasse qualcosa. Vai a chiedere una paga doppia a Samuel. Digli inoltre che i nostri guerrieri rafforzeranno la sorveglianza del tempio, sia all’esterno che all’interno, quindi i suoi mercenari si dovranno occupare degli incarichi lasciati scoperti nel resto della città.

Lares annuì e lasciò velocemente il tempio. Era incredibile che fosse riuscito a farla franca dopo un tale disastro. Non sarebbe mai più riuscito ad entrare nel tempio, ma ci voleva ben altro per impedirgli di puntare a quei piatti. La sua mente era completamente focalizzata su quel tesoro come mai prima d’allora.


Se volete sapere chi era il ladro misterioso e quali sono le conseguenze dell’interferenza di Lares, allora attendete con ansia il Community Story Project! In esso, troverete finalmente risposta a queste domande.


Traduzione italiana di Colmar.


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